martedì 12 ottobre 2010

Verso Casa

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Shay sorrise e si incamminò verso l'ufficio, passando a elencarmi le regole d'oro per la sopravvivenza e per fare carriera: non fare nulla se non quando sei assolutamente obbligato a farlo; non prendere mai nessun tipo di decisione; scarica sempre la responsabilità su qualcun altro; ricorda sempre che anche se rimani in ufficio fino a mezzanotte, nessuno ti pagherà mai un minuto di straordinario; ricorda che soltanto i tuoi errori saranno accuratamente annotati e macchieranno il tuo curriculim in modo indelebile; ricorda sempre che i tuoi superiori considereranno ogni tuo tentativo di cambiare qualcosa una minaccia nei loro confronti. Soltanto chi fa meno degli altri ed evita ogni decisione, farà carriera: ecco perché Mooney, che passava la giornata a leggiucchiare l'Irish Times seduto a quella scrivania invasa dalle carte, era a capoi di un'intera sezione, mentre Carol, che si dava un gran daffare e mandava avanti l'ufficio da sola, addossandosi anche il lavoro che lui si rifiutava di fare, non sarebbe mai stata promossadalla sua mansione di tuttofare-aiuto in seconda. Aveva commesso l'errore fatale di rendersi indispensabile e avrebbe continuato a sgobbare per Mooney fino a quando lui non se ne sarebbe andato in pensione, e un giovane laureato incravattato sarebbe venuto a modernizzare l'ufficio, passandole davanti.

Pensavo alla cena che mia madre mi aveva preparato, ormai incollata al piatto, la carne rinsecchita, le verdure asciutte e raggrinzite. Poi Shay mi parcheggiava un'altra pinta davanti e scacciava quel pensiero dalla mia mente. Cominciavo a capire come Shay potesse sopravvivere all'ufficio senza rancori né amarezza: per lui si trattava di una parentesi, di otto ore di riposo prima di entrare nel suo vero mondo.

"Hai paura, Hano?" gli domandò improvvisamente.
"Si."
"Allora vengo con te. Perché anch'io sto morendo di paura."

Quel turco gli aveva detto che ovunque si vada si porta sempre la propria casa dentor di sé. Allora essa è più reale di quanto non apparirà quando vi si farà vivo ritorno, poiché non può cambiare e non si può essere trasformati vedendola.

Si inginocchiò e lentamente cominciò a muovere la lingua in mezzo alle sue cosce, prima in una direzione, poi nell'altra, descrivendo dei cerchi da cui sgorgavano cascate di caolre che la sommergevano, finché Katie incominciò a tremare dalla testa ai piedi.

"E' un errore lasciarsi prednere dal sentimentalismo. Il passato è fatto di momenti belli e di momenti brutti e, soprattutto, è passato."

"Sai una cosa, Hano?", disse Shay. "Mi mancava questo schifo di posto. E' strano, vero? Non è necessario che un posto ti piaccia, perché tu ne senta la mancanza. [...] Come si fa ad andarsene da un posto, se poi devi continuare a portartelo dietro?"

Dermot Bolger

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