lunedì 17 gennaio 2011

La storia è sempre la stessa

la storia è sempre la stessa, non c'è poi da stupirsi. una ragazza si innamora di un ragazzo, o viceversa, non fa molta importanza. i due attraversano varie fasi di svolgimento, la loro storia inizia, si sviluppa, finisce, e uno dei due desidera morire, buttandosi giù da un ponte, o gettandosi da pazzo sotto un treno in corsa. qualcosa di plateale che possa fermare il mondo, ma che il mondo non fermerà, se non il proprio, almeno quello, fermo per sempre tra il momento prima e il momento subito dopo, congelato in quell'attimo eterno che sarà di morte.
la storia è la stessa di un ragazzo che tradisce una ragazza, o una ragazza che bacia un altro ragazzo e il primo ragazzo la vede abbracciata a uno sconosciuto vicino alla scuola, gli occhi chiusi per non vedere il suo tradimento. e il ragazzo si arrabbia, avvicinandosi ai due, li separa iniziando a urlarle frasi ricche di oscenità, chiamandola con mille nomi possibili tranne il suo, fino a quando il ragazzo a cui era abbracciata si mette in mezzo e inizia a difenderla, a suon di spintoni, poi cazzotti, e pugni, nasi rotti. alla fine qualcuno torna sempre a casa con le ossa spezzate, se non realmente almeno in senso metaforico, ma nessuno pensa alle ossa della ragazza: ai bordi di tutto, mentre gli altri possono muoversi e scontrarsi, lei deve stare ferma, e l'immobilità fa male.
la storia è la stessa di sempre, ovvero un ragazzo incontra una ragazza, lei sorride e lui sorride. si avvicinano per parlare e parlano di tutto e di più. ci sono mille argomenti da trattare e infinite eccezioni della loro personalità da esplorare. finisce sempre che la ragazza si scopre nuova, fiorendo in espressioni di giorno in giorno migliori, con il taglio del suo sguardo ad affondare dentro il petto del ragazzo, mentre il ragazzo si pensa così povero, con le mani vuote, si fruga in tasca per trovare un regalo degno della felicità che la ragazza gli lascia assaporare ogni volta che posa le sue labbra sulla sua bocca e si scambiano umori e sentimenti e sogni. finisce sempre, il giorno non la loro storia, con il ragazzo e la ragazza seduti uno davanti all'altra, con lei che gli chiede come faccia a immaginarsi tutto quanto, ciò che la rende felice e ciò che la diverte, come faccia lui ragazzo a rendere lei ragazza una donna e non più una semplice ragazza, a trasformarla poi in una donna particolare, speciale, diversa da tutte le altre donne e ragazze presenti sulla terra, come faccia ad essere così veloce per fare in modo che lei non si accorga di nulla, di come tutto questo mondo non sia reale ma fatto apposta per lei, dal profumo suo preferito, i fiori nei prati, e le luci della giusta tonalità da non accecare ma neppure da immergerli nel buio, come mai lei non senta un leggero senso di vertigini seppure si accorga di quanto tutto quanto ruoti intorno a lei e non attorno al sole. e il ragazzo le dice sincero che quella non è altro che una semplice sensazione, che la verità è un'altra e prima o poi dovrà per forza farci i conti, in qualche giornata nera o quando loro due non avranno più segreti da scambiarsi e lui per lei diventerà così privo di interesse da annoiarla, e il mondo continuerà a girare, proprio come in questi giorni magici qui, durante i quali lei non smette mai di essere felice e la felicità le sembra infinita quanto l'ossigeno e non riesce neppure a immaginarsi un'ora intera senza respirare.
lei lo guarda con occhi grandi, non ha affatto sonno. vorrebbe potere rimanere sempre sveglia e controllare qualsiasi cosa, pure le pareti e le fondamenta. vorrebbe riuscire a cadere dentro di lui per perdersi e non ritrovarsi più, perché ogni giorno le pare di essere una persona sempre nuova e le piace questa sensazione che le fa provare lui, quando parla e la descrive senza smetterla di guardarla o di sognarla, andandole a spiegare parti di lei che neppure lei sapeva di avere. arrossisce un po' sulle guance quando le fa presente di amare il suo modo di sorridere, o come cambia di tonalità quando deve parlare ad alta voce restando ugualmente in privato, una discussione tra loro due.
poi lui di solito le chiede sempre scusa, perché a sua avviso non riesce mai a spiegarle tutto quanto come lui vorrebbe. sa di chiederle uno sforzo immane nel doversi calare senza appigli nella sua testa, dentro i vortici delle sue ipotesi e supposizioni, i suoi ragionamenti che sono irti come montagne appena nate, e in vetta a tutti i suoi pensieri c'è un freddo gelido che punge fitto dentro proprio il midollo delle ossa, lei deve coprirsi bene per non congelarsi e alitare sui palmi delle mani tenute a coppa per riscaldarsi le dita, e sfregarsele ossessivamente l'una contro l'altra, quasi dovesse accendere un fuoco.
ma lei gli risponde di non preoccuparsi, che lei non lo soffre il freddo, e se anche fosse gli assicura che sa vestirsi pesante, con maglioni di lana e pantaloni imbottiti. ha sempre amato i guanti e le sciarpe a coprirle quasi tutto il viso. non deve preoccuparsi se fa freddo, lei non lo teme.
arrivati a questo punto io inizio sempre a piangere e me ne vado, felice, lasciandoli da soli nel loro perfetto mondo.

2 commenti:

Annagiulia ha detto...

Bellissima, complimenti..anche se la storia è sempre la stessa, ha il suo misterioso fascino commovente.

Edward S. Portman ha detto...

grazie mille. tutte le storie sono sempre le stesse, siamo noi a renderle particolari.