martedì 26 novembre 2013

Di carne e di nulla

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Senza offesa. Nessuno direbbe che un’epidemia letale è una cosa buona. Niente di quanto viene dalla natura è brutto o cattivo. Le cose naturali sono e basta; le uniche cose buone e cattive sono le scelte delle persone poste di fronte a ciò che è.

Per quanto (potesse sembrare) scontato, la vera sessualità riguardo lo sforzo di stabilire un contatto fra noi, di erigere ponti sui baratri che separano un io dall’altro. La sessualità riguarda, in definitiva, l’immaginazione. grazie alle persone coraggiose che hanno riconosciuto nell’Aids un fatto della vita, cominciamo a capire che il sesso molto intenso può avvenire nei tantissimi modi che avevamo dimenticato o trascurato – sfiorando parti che non sono i genitali, al telefono o per posta; nella sfumatura di una conversazione; in un’espressione; nella postura di un corpo, nella pressione esercitata stringendosi la mano. Il sesso può essere ovunque siamo noi, sempre.

Perché uno scrittore non sa fare a meno di ritenere che il lettore sia in una certa misura come lui: avendo già visto, fino alla nausea, com’è la vita, gli interessa molto di più com’è avvertita quale mezzo per indicare che cosa significa.

Il punto generale è che il filtro/vaglio professionale è un tipo di servizio dal quale noi cittadini e consumatori dipendiamo sempre più, e in modi sempre più numerosi, visto che la quantità disponibile di informazioni, prodotti, arte, opinioni, scelte e tutte le relative complicazioni e ramificazioni si espandono all’incirca alla velocità della legge di Moore.

In sostanza, cercare davvero di essere informati e colti oggi significa sentirsi quasi sempre stupidi, e aver bisogno di aiuto.

A me sembra che quasi tutte le cose interessanti e vere nella mia vita e in quella dei miei amici implichino doppi vincoli o trappole in cui ti vengono offerte due alternative che si escludono a vicenda e tutt’e due implicano sacrifici che sembrano inaccettabili.

Secondo me l’arte seria dovrebbe farci affrontare cose che sono difficili dentro di noi e nel mondo. E il pericolo è che se ci esercitiamo ad affrontare sempre meno e a provare sempre più piacere, la daremo vinta alle cose commerciali.

David Foster Wallace

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