giovedì 12 febbraio 2009

E' solo una domanda, non è un processo

Cosa fai stasera? Ti va di andare a farsi leggere la mano da un chiromante, o visitare le cripte più segrete della piramide di Cheope. Ti accompagnerei volentieri, sul serio. E prometto di non scherzare, di non prenderti in giro. Giuro che diventerò serio come le cose che tu pensi lo siano.
"So già che non mi prenderai in giro. Mi prenderai per il culo. E' assai diverso."
Potremmo trovarci al luna park, sotto la ruota panoramica. Potremmo farci un giro sopra, anche se poi io terrò gli occhi chiusi tutto il tempo, e tu dondolerai la cabina per farmi paura. Una volta scesi ci fermeremo al baracchino parcheggiato al bordo della strada, e ci scoleremo venti birre. Mi guarderai, ti guarderò. E la gente ci guarderà mentre noi non degneremo loro di uno sguardo.
"Andiamo - dirai alzandoti dal marciapiede. - Dobbiamo andare a fare scorta di guardare."
"Il verbo?"
"Si, la parola. L'abbiamo finita."
E ci immergeremo tra la folla. Cammineremo mano nella mano curiosando tra le bancarelle. Le tue dita su collane fatte a mano, le proverai al collo e cercherai uno specchio per giudicare. Ma non comprerai niente, no. Aspetterai la mezzanotte senza chiedermi la luna, e mi sfiorerai leggeremente la guancia quando ti avrò riaccompagnato a casa.
In quel momento saremo tutti e due seri. Non avremo più voglia di parlare, né di ridere, o di scherzare. Ed infatti non parleremo. Non rideremo. Non scherzeremo. Saremo seri, e tu mi sfiorerai leggermente. Io ti sfiorerò leggermente. Ci sfioreremo leggermente cercando di attrarci il più possibile, come due calamite. Questo.
Allora, cosa fai stasera?

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