martedì 3 febbraio 2009

very important person

Ho uno spillo. E una bacheca.
Rischia di diventare piena, un mare di appunti, questo rettangolo di cartone chiamato bacheca. Ma le cose belle le voglio sfoggiare. Le voglio conservare. Poterle rileggere anche in altri posti. Averle a casa, se si può dire.
Spero. Tu. Comprenda.
Ciò che voglio dire non sta in queste parole, ma so già che le orecchie sentiranno il suono reale.

----------------------------------------------------------

non ti ho in pugno: ti tengo tra le mani come una cosa fragile, con la stessa cura, come una cosa preziosa, con la stessa attenzione, come un tesoro, unendo le dita, lasciandole molli per poterti guardare, per poterti soffiare il tuo nome e le mie parole per te. cammino rischiando di inciampare perché gli occhi non controllano i passi, controllano te che riposi, te che ti muovi, te che ti schiudi e diventi fiore e pietra e animale e stella e alfabeto, il mio, controllano te per non farti cadere, ti tengo, te l’ho sempre detto, prometto, mantengo.
non ti ho in pugno: ti ho in mano all’altezza degli occhi per meglio poterti vedere e non c’è niente di te che non vada, niente di te che non splenda intrecciando le ciglia, le mie, e spuntandomi fiori e vento e cambiando le lacrime in miele in unguento che sana le tue ferite e le mie che disegnavano solo la mappa per poterci incontrare, vedere, per permetterci di riconoscerci in mezzo ai miliardi di altri.

Nessun commento: