lunedì 9 marzo 2009

And you're the key

In un labirinto non ci sono stanze, non ci sono specchi, non ci sono fineste, non ci sono quadri appesi ai muri, non ci sono televisioni, non ci sono cassetti, non ci sono armadi, non ci sono mobili, né mensole o scaffali o librerie o portasciugamani o rotoli di carta igenica; non ci sono dentifrici, non ci sono spazzolini, non ci sono spugne da bagno, supegne da giardino, spugne o muffe, o oranismi unicellulari; non ci sono porte, non ci sono persiane, non ci sono luci, lampadari, lampadine a basso consumo, prese della corrente, non ci sono elettrodomestici, non ci sono frigoriferi, non ci sono lavatrici o lavastoviglie, non ci sono prodotti per la casa, prodotti per l'igene intima, prodotti da vendere o da comprare; non ci sono rossetti, lucidalabbra, mascara, fondotinta; ci sono solo pareti uguali, che si attorcigliano tra di loro come serpenti in una cesta, si legano e si slegano come lacci di scarpe consumate e sciupate. Questo è un labirinto, e te ci vai a sbattere la faccia contro, ogni volta che deciso ti convinci che l'angolo appena svoltato è quello giusto, che il muro di fronte a te è solo un gioco di prospettiva. Quando vedi una porta pensi ad uno scherzo, credi sia solo disegnata per trarre in inganno, per dare una falsa possibilità, un'illusione della tua mente; ed invece è proprio una porta, solo che è chiusa a chiave. Per te il labirinto è finito, ma chi ha la chiave ha la possibilità di andare oltre, anche se da qualche parte ha letto la parola fine.

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