martedì 24 novembre 2009

Andiamo a mettere benzina

In questo intreccio di compleanni, congestionamento in su e in giù di anniversari pronti da festeggiare con tirate di orecchie e candeline accese, spente ora da un soffio con tanti tanti desideri, servirebbe un semaforo per gestirne il traffico, lo scorrere regolare, senza intoppi né ingorghi, deviazioni provvisorie, incidenti mortali e non; mi domando quanto parole ancora dovrò spendere per te, quanti discorsi si inzupperanno con la tua saliva dopo esser stati bagnati dalla mia, o dall'inchiostro rovesciato. Sarà mai possibile comprarti un piumino per tenerti al caldo non dal gelo dell'inverno ma dall'incontentabile malattia che ti vuole sempre di più, per te ora e poi? Non ci saranno mai forse sorrisi abbastanza sorridenti, situazioni che sfioreranno la perfezione perchè di quella perfezione preferisci agognare, sognare, desiderare, perchè dai un movimento al cuore, verso l'esterno del tuo petto, anziché toccarla con mano viva, tenerla avvolta con le mani a coppa, soffiaci sopra appena per evitare che sia troppo calda, per poi berla come cioccolata fusa. Perchè quando ci si mette a correre per raggiungere una metà così lontana da non vedersi, da non riuscire neppure a concepire, forse togliendo il tempo sia alla barba che cresce folta, e i capelli disordinati, senza gel a volte; quando si parte per un cammino lungo e faticoso, spesso nel tragitto nel percorso si rischia di godere proprio di questa sofferenza, fisica e morale, sia sulla pelle che nel sudore, misto a lacrime amare - hai mai fatto caso che l'aggettivo amare può essere anche verbo e se lo metti insieme, questo strano gioco di parole, può darsi che si accosti ancora meglio di tutte le altre, vibrando in un unico suono con il tuo: amaro amore. - che quando si arriva alla meta forse non si sa più cosa fare. Non chiedermi se questa sia una malattia, amico mio, se dovessi dire: si tratta solo di eccessiva fiducia nella poesia.

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