martedì 2 marzo 2010

Bastardi Senza Gloria


C'è chi dice che il buon Quentin si sia costruito la propria fama e il proprio potere attraverso tre ottimi film: Le Iene, Pulp Fiction, Jackie Brown. Dopo questi primi lampi, ormai entrato nell'Olimpo dei cineasti che si possono permettere di tutto e di più, ora si limita a fare i film che gli piace fare, vedi i due Kill Bill e pure questo Bastardi senza Gloria.
Al di là della realtà storica, dei difetti che potrebbero esserci e molto probabilmente ci sono, Tarantino sviluppa una pellicola, in nitrato d'argento, capace di tenere lo spettatore incollato alle immagini. Intreccia la storia saltando da un punto all'altro con tranquilla maestria, tessendo la vicenda dei bastardi e quella di Shosanna e quella del colonnello Landa e quella del soldato Zoller e dell'attrice tedesca Bridget Von Hammersmark, in modo tale da giungere al finale con tutte le linee chiuse e poter dire diretto alla telecamere e agli spettatori, con un po' di autocompiaceimento: questo potrebbe essere il mio capolavoro.
Che lo sia o meno è difficile dirlo. A tratti si vede un regista ancora legato ad una decisione difficile da prendere, se evolversi, cambiare registro o mantenere una formula ormai collaudata, che qua e là si intravede ancora. Per il resto si circonda di attori e amici, Brad Pitt da vedere in lingua originale, anche solo per le poche parole in italiano (accentuate dai doppiatori anche in fase di traduzione per sottolineare il cambio di registro tra italiano e siciliano) e una Diane Kruger la cui fama durante la campagna promozionale offuscava l'ottimo lavoro svolto dall'algida Mélanie Laurent.

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