lunedì 15 marzo 2010

Ci faremmo fotografare in case non nostre

Andando a giro per negozi fiere botteghe e mercati potremmo avere mille e mille case, arredarle ognuna come più ci pare, ed avere un soggiorno in stile etnico, dove gli ampi spazi che avremmo ci permetterebbero di mettere in mezzo alla stanza quel lungo tavolino di legno chiaro, tutto rigato da venature profonde dove ci perdevamo anche solo a guardarle, cadendoci dentro: falle infinite nell'immensità di quel mare pieno di relitti e tesori nascosti.
Potremmo avere ogni giorno dei vicini diversi, con i quali ridere scherzare, giocare a giochi sempre più strani e sconosciuti, chini ricurvi sul basso tavolino da tea che avremmo in salotto. Le risate si sentirebbero fino in fondo alla strada del nostro quartiere, quello di quel giorno lì, quello dove avremmo deciso di andare ad abitare, almeno per ventiquattro ore, o anche più.
Ci sveglieremmo la mattina in un letto sempre nuovo, e tra le lenzuola il sonno ed i cuscini ci chiederemmo dove poter andare durante il giorno, quale casa aprire e quali finestre spalancare per far entrare un po' di aria buona, aria fresca, vernice fresca sulle pareti che deve ancora asciugarsi. Dipingeremo le camere di color albicocca, di color verde bottiglia, di celeste che si illumina al sole; appenderemo lampadari sui soffiti così leggeri che se caso mai ci cadessero addosso durante la notte richierebbero di svegliarci. E poi potremmo cambiare sempre di giorno in giorno gli allacci telefonici, gli interruttori con cui accendere e spegnere le luci, senza muoversi mai dai nostri posti. Potremmo ubriacarci con i matti e perdere le forze durante sere infinite, dove madri preoccupate verrebbero a presentarci figli strani.
Feste prolungate fino all'alba, chiudendoci dentro macchine parcheggiate ai bordi di locali appena inaugurati. Luci a perdersi in lontananza, dove i lampioni diventano sempre più radi ai bordi della strada. Questo sarebbe il buio dove non vorremmo mai svegliarci; questo è il buio attorno al quale costruiremmo mattone su mattone una cucina un salotto un bagno uno studio un disimpegno uno sgabuzzino. Questo è il buio attorno al quale costruiremmo una camera da letto.

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