lunedì 12 luglio 2010

Quando non si ha niente da dire ma lo si vuole dire comunque a qualcuno

"quando non si ha niente da dire ma lo si vuole dire comunque a qualcuno, è come un ritornello stonato che ti balla tra le labbra ma che dentro la tua testa, dio!, quanto suona bene. e più lo pensi, lo ripensi, lo sussurri tra i respiri, credi sempre che non sarà mai così perfetto quanto invece rimarrà nel non dirlo. resta sempre impregnato di quelle non note che lo accompagnano, della corde della chitarra che non vibrano, del ritmo prima soffice e poi calzante; del tutto spoglio magari pur di significato, del senso, estrapolando frasi e riutilizzandole fuori dal loro contesto."
"allora per quale motivo lo fai? non sarebbe meglio tacere? restarsene muti, non turbare l'aria e non infrangere le onde con inutili corrugamenti del suono?"
"non esiste il meglio o il peggio." rispondo io. "i concetti di migliore e peggiore prevedono una specie di valutazione, una graduatoria, dove da una parte c'è il giusto e dall'altra c'è l'errore. ma questi due estremi non esistono, non nelle dimensioni con cui costruiamo il tempo e lo spazio di questa nostra realtà. non c'è modo di sbagliare perché non c'è affatto una risposta giusta. ognuno fa quel che si sente più incline a fare, in un determinato momento, in un intervallo ben preciso che può protrarsi per un battito d'ali per un sospiro o per decenni interi."
"quindi? perché lo dici?"
"perché se non si dicono le parole muoiono in bocca, aggrappate alla gola per non cadere giù. rimangono come campanacci a rintoccare ore morte. meglio lanciarle, pure scagliarle a volte, anche contro vento o contro voglia o contro il desiderio o la capacità di ricezione di qualcuno. il dire e l'ascoltare sono simbionti, proprio come lo sono lo scrivere ed il leggere. non c'è modo di parlare o di scrivere se dall'altra parte non c'è nessuno che ascolta o che legge."
"ma tu, tu non sai se poi alla fine tutto questo verrà ascoltato o se verrà letto, o se verrà caso mai ignorato."
"incrocio le dita." dico. "spero. tutto qui. è come essere un naufrago in una stupenda isola deserta, con una spiaggia incontaminata, mare cristallino, tempo sempre perfetto: un paradiso. posso prendere un foglio e una penna recuperati chissà dove - lascia perdere questi dettagli, non sono rilevanti - e iniziare a scrivere per poi mettere tutto quanto dentro una bottiglia e buttarla in mare, per farla portare via dalla corrente e farla arrivare chissà dove. ho lanciato un messaggio. non so se mai verrà letto o chi mai lo leggerà, ma non è detto che in questo messaggio ci sia una mia richiesta di soccorso."
"questo non significa niente. tu adesso parli del contenuto, non tanto del motivo. non c'entra assolutamente niente con ciò di cui stiamo parlando. stai semplicemente vaneggiando."
"può darsi. magari sto solo parlando a vanvera; ma tu mi stai ascoltando. e forse è proprio questo ciò che voglio più di ogni altra cosa, a prescindere dal senso, dal significato, dal motivo: voglio che tu mi ascolti. tutto qui."

Monday morning wake up knowing that you've gotta go to school
Tell your mum what to expect, she says it's right out of the blue

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