martedì 5 gennaio 2010

Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero

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E tu che entri col piccone e col casco da minatore nel mio cuore.

Tu che perdi la pazienza e la fai suonare con il cellulare per ritrovarla. Io che cerco delle agenzie di copywriting per riuscere a venderti il mio carattere di merda, per leggerti chilomtrei di righe confusionarie d'amore. che non mi scrivi più.

Perché litigando risparmiamo sul riscaldamento.

quando sei suscettibile e andiamo a vedere l'autunno e le nuvole morte che crollano per terra nei parchi.

Che io ti voglio bene a fondo perduto.

E tu che parli da sola. Tu che parti. per la tua sesta guerra mondiale.

E quando mi trovo a mezzogiorno a letto a trascrivere i tuoi silenzi.

E certe pagine di certi libri che è come se ti cambiano le impronte digitali mentre li leggi.

Hai scritto sulla sabbia che mi pensi raramente.

- Dopo questa lavanda gastrica di ottimismo a cosa vuoi sottopormi -

mi dici che posso risparmiarmi le mie inutili lettere d'amore e di lamentele da delle camere di alberghi senza stelle.

Mentre me ne vado, mi rendo conto che ti ho lanciato una specie di bacio soffiandotelo contro.

A volte si sente male quando mi chiami perché la capsula microfonica del tuo telefono è piena di lacrime. Lo so, lo so. I rami degli alberi la mattina sono ancora coperti di strani rimpianti e le tue ciglia di brina. E me ne accorgerò solo quando ti avrò persa.

Vasco Brondi

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao scusa , hai questo libro in pdf ? non è più disponibile ..