lunedì 8 febbraio 2010

Chagall e il Mediterraneo

I colori parlano francesce. Traduzioni sincere di paesaggi freddi della Russia rurale, che si trasformano negli spazi ampi del mediterraneo e delle sue città. Più delle forme sono le sfumature che si nasconono nelle tinte unite, mentre i blu profondi prendono campo sulle tele, i marroni su piatti dove pascolano intagliati animali pacifici; e tramonti spettacolari di un viola luminoso che fanno da sfondo e cornice e riquadro su amanti in volo su cieli di città affacciate sul mare, i loro volti si ingrandiscano rispetto a quelli delle persone che gli sono attorno, o i loro corpi stilizzati in lunghezza mentre si stendono in diagonale sulle nuvole di pennellate tridimensionali. O i temi con cui si intrecciano i dipinti, una trama lunga quadri e quadri su pareti superiori; così come la bibbia vista con occhi nuovi e particolari poco prima di voltare le spalle a tutto, alle tele ai dipinti agli arazzi alle sculture. Una vita spesa per l'arte in giro per il mondo, fino a quando il mondo non si è estinto dentro il corpo ed ha lasciato andare via qual che dentro racchiudeva.

Poi siamo usciti fuori e l'Arno era marrone.

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