mercoledì 3 febbraio 2010

Sherlock Holmes


premetto: non ho letto niente di Sir Arthur Conan Doyle e di Sherlock Holmes ho solo un vago ricordo sbiadito d'ombra di Piramide di Paura; ma dopo questo adattamento funambolico lo scrittore britannico penso si sia più volte rivoltato nella tomba (situazione tra l'altro lontanamente citata pure in una scena del film). ci sono esplosioni, in quantità, crolli e sfaceli rumorosi, eclatanti, distruzioni, inseguimenti a rotta di collo, tuffi dal trampolino più alto e bungee jumping estremi. il tutto tenuto insieme da una trama frammentata, spezzettata come i pezzi di puzzle che quando vengono ricomposti nella posizione corretta ti fermi a guardare e poi: giri la testa da un lato, la pighi dall'altro, ti avvicini un pochino, e non sei sicuro di vederlo nel modo corretto o nell'angolazione giusta. l'investigatore privato più brillante del mondo, passato presente e futuro, diventa nelle mani di Guy Ritchie un disordinato padrone di casa e dei propri pensieri, dai modi alquanto spigolosi e burberi, sporco, frequentatore assiduo di incontri di boxe clandestini a cui partecipa non da spettatore ma da pugile, invaghito si suppone da lunga data di una Rachel McAdams dalla bellezza appiattita. Jude Law tutto impettito e zoppo fa da spalla, corrugando irritato di tanto in tanto la fronte e squittendo una rabbia trattenuta. in ombra la nemesi, mai vista in faccia, che tira le fila, raccoglie quel che altri hanno seminato, e si riscalda per il sicuro sequel.

Robert Downey Jr. fa Iron Man che fa Sherlock Holmes.

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