lunedì 15 febbraio 2010

Tremens

Ci accompagnamo a lavoro, in auto, quando il lavoro dell'altro pensiamo sia sempre più verde. Io guido e tu sei seduto accanto a me nel sedile del passeggero. Parliamo di cinema: io balbetto qualche titolo di film, tu invece mi insegni il cinema. Mescoli discorsi che travesti con frasi e parole in deliri, anche se poi diliri non sono; ma sono visioni, ma sono viaggi, ma sono analisi critiche, sono dei tunnel che si percorrono a volecità a volte smodata altre volte tranquilla, sicura.
Allacciamoci la cintura, si, per sicurezza; quando partiamo per i nostri viaggi, speciali verso mondi lontani. Sembrano così simili al nostro universo, respiriamo ossigeno ed espelliamo anidride carbonica. Espelliamo anche merda, per questo, dici mentre svolto dopo un semaforo. A volte le persone espellono merda anche dalla bocca, parlano di merda, con merda; altro che denti cariati. La bocca, il pensiero: queste sono le cose che non vanno. Se la merda uscisse solo dal culo, beh, non ci sarebbero certo problemi.
Abbassi il finestrino e lui risponde con un filo di rumore elettrico appena accennato. Se non fosse per la radio - spenta, strano a dirsi quando in macchina ci sono io - se la musica fosse accesa come sempre di solito sempre più spesso, non me ne renderei conto se non dell'aria fredda del mattino ancora grigio, ancora inverno, così duro e nevoso come non se ne vedevano da anni ormai, che entra forte con potenza invadente dentro l'abitacolo. Sputi fumo fuori, avvicinando la testa allo spiffero creato tra vetro e lamiera imbottita.
Che cosa fumi? domando io. E nel farlo mi sembra di cadere in un momento di deja-vu al contario. Qualcosa che dico ma che in realtà sento, nel senso di udito. Non dovrebbe essere la mia bocca, ma le mie orecchie, se capisci cosa intendo.
Sorridi, o almeno mi sembra. Fai il fubetto, rispondi.
Poi svoltiamo ancora, ancora una volta, l'ultima volta. Prima in questo punto c'era un semaforo, ma ora l'han tolto, sostituito come spesso succede con una rotonda. Sull'argine del torrente che costeggia la strada una mandria di pecore pascolano più o meno in ordine seguendo una strana linea indiana. Il pastore non si vede, c'è solo il cane, nero vecchio e malato, a cercare di tenere a bada ogni singolo animale. E' buffo, perchè il parabrezza ha quasi un taglio in 16:9; e anche perchè il cane cerca di tenere a bada ogni singolo animale, ma pure lui è un animale. Anche noi siamo degli animali. E allora: chi controlla i controllori?

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