martedì 2 febbraio 2010

Prima silenzio e poi via

Mi parlavi quando ero solo nella stanza e se mi affacciavo dalla finestra vedevo montagne e la solitudine si allargava. Mi parlavi quando non conoscevo nessuno, con quei nessuno che entrevano nudi nella camera per ridere o scherzare. Ti avevo portato con me perchè ero sicuro che mi avresti tenuto compagnia, nonostante ci dividesse allora come ora come sarà domani, sia lo spazio che il tempo e i periodi storici. Poi successe che proprio in quei giorni morì un altro grande, ed io ero lontano da casa, e non potevo far altro che leggerlo sul giornale nella pagina della cultura, appoggiato al frigorifero dei gelati mentre i miei compagni fuori facevano la coda al telefono pubblico sotto l'unico portico di quel paese. E allora ricordo che mi dicevi di non raccontare mai niente a nessuno, altrimenti poi si sente la mancanza di tutti; ed era buffo sentirlo dire da te, in isolamento come eri, perchè già quando lo dicevi mi mancavi, e mi mancava pure quel grande che se ne era andato, e la mancanza è un sentimento di qualcosa che prima avevi e ora non hai più, è un pezzo vuoto, un posto che prima era pieno e d'un tratto è diventato pieno di niente. Per questo mi domando quando sei davvero morto, se pochi giorni fa o molti anni fa; perchè a differenza di quel grande non è che te ne sei andato in modo netto e preciso, una data fissa, ma in due tappe: prima silenzio e poi via. Se devo dire quando quel tassello di quel puzzle è venuto a mancare, mentre le pagine sono rimaste. e ci sono, e ci saranno. per fortuna. anche se purtroppo. Non è la stessa cosa, e se penso a quei giorni, non so spiegarmi il perchè, visto che dopo qualche tempo non hai fatto altro che ripetermi sempre le stesse cose, anche se a più livelli ed ogni volta le tue parole avevano un significato diverso, e lo potrebbero avere ancora; solo che magari ora quelle stesse frasi, quei caratteri stampati non hanno più un senso di movimento, non danzano, sono fisse ora, ferme, come se ogni singola lettera fosse diventata una lapide.
E mi mancherai, come mi sei mancato in questi anni.

Jerome David Salinger
1 Gennaio 1919 - 28 Gennaio 2010


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