lunedì 23 maggio 2011

Un motivo

Se mi stai leggendo, ora, immagino tu abbia un motivo, se non buono almeno accettabile. Voglio dire: potresti fare altro, tipo uscire per una passeggiata, dedicarti alla tua collezione di farfalle o francobolli, oppure prepararti un panino alla maionese ed elio. Invece ti sei messo comodo, cercando di liberare la mente da tutte le preoccupazioni della giornata, e hai iniziato a leggermi. Questo significherà pure qualcosa? Io per esempio quando leggevo lo facevo per cercare di imparare. Aprivo i libri e mi immergevo nelle loro pagine, seguendo il ritmo delle parole, osservando con attenzione i personaggi della storia, stando attento a ciò che facevano e a ciò che non facevano, quali termini usavano, come si interfacciavano con gli altri personaggi. Per me un romanzo è sempre stato una finestra sul mondo sociale, dal quale attingere esperienze laddove tali esperienze io non le potevo o non le volevo vivere. Non mi sono mai drogato, eppure ho letto racconti su racconti di Burroughs e ti posso assicurare che la sua scrittura sia molto molto allucinogena. Non sono mai andato in America, ma insieme a Kerouac ho viaggiato in lungo e in largo per le strade tra New York e San Francisco. Attraverso i libri facevo tutto quello che i miei genitori o la società mi proibivano di fare, o che io non potevo materialmente fare. Per esempio: a me è sempre piaciuto, come immagino pure a te, quel pezzo de Il Giovane Holden nel quale il protagonista si siede a una panchina del parco a osservare il lago e si domanda dove vadano le anitre - nella mia edizione hanno tradotto proprio così: anitre - quando il lago ghiaccia. È un'immagine forte e dolce allo stesso tempo, di lui circondato dai suoi problemi capace però di estraniarsi per un momento e a concentrarsi su un problema per lui più piccolo ma per le anitre assai più grande di tutti i suoi messi insieme. Anche io avevo i miei problemi, come tutti in fondo, e pure io desideravo un momento come quello di Holden, durante il quale lavarmi via di dosso tutte le preoccupazioni e assaporare un po' di tranquillità. Ma il lago nel parco della città dove abitavo, pur avendo le anitre, non ghiacciava mai, neppure durante gli inverni più freddi, perciò cosa avrei dovuto fare? Mi sarei dovuto arrendere? No, ho letto il libro di Salinger e con quello ho avuto pure io il mio momento alla Holden Caulfield.
In modo analogo cercavo di assorbire tutto quello che l'autore di un libro riusciva a passarmi. Non parlo soltanto di una dettagliata descrizione, o di un paragrafo ben riuscito, quanto piuttosto del sapere o dell'intelligenza dell'autore stesso, del significato della storia che stava raccontando. In più guardavo ai protagonisti come a dei modelli che mi potessero insegnare come relazionarsi alle altre persone. Insomma, un libro per me era un vero pozzo dal quale potevo tirare su qualsiasi cosa.
So che è un po' difficile da capire, e io mi sono spiegato male, ma devo andare a memoria, senza la possibilità di attingere a ricordi vicini, quanto piuttosto scavare in abitudini ormai passate, tentando di rammentare cosa provassi e cosa cercassi veramente. Più passano gli anni e più difficile è ricordare. Ora non mi lasciano leggere. Dicono mi distragga troppo, sia pericoloso, perché, cito testualmente, sarebbe come cercare di spegnere un incendio buttandoci badilate di benzina. A volte qui riescono anche a essere simpatici.
Tutto questo comunque per dirti che se stai cercando di imparare qualcosa, come facevo io, o come mi sembra di ricordare facessi, hai sbagliato completamente. Qui non troverai niente di talmente illuminante da farti scattare il genio, o capace di farti comprendere chissà quale aspetto della vita, l'universo e tutto quanto. Io non sono il Buddha in cima alla montagna pronto a offrirti il sapere. Qui non c'è niente da imparare, primo perché ciò che ho fatto non andrebbe mai ripetuto, così dicono; secondo perché quel che ho fatto non è poi tanto difficile da necessitare un corso approfondito su come farlo. Basta aprire, infilare, accendere, e aspettare. Qui troverai il motivo per cui l'ho fatto, cosa che vado ormai ripetendo a intervalli più o meno regolari da circa cinque anni, anche se qua nessuno sembra capirmi. Quanto possa essere interessante dibattere su questo motivo, chiunque potrebbe avanzare seri dubbi, in fondo nessuno cerca di capire la ragione per cui una persona magari si pulisce il culo tre volte con la carta igienica dopo avere cagato, o su come mai a qualcuno piaccia più il gelato alla crema anziché quello alla cioccolata; ma visto che in tutta questa storia in qualche modo c'entri pure te, non credo sarai proprio tu a schierarti tra i primi detrattori. Anzi, forse è proprio questo il motivo principale per cui ti sei messo a leggere.

2 commenti:

jack ha detto...

Bel post

Edward S. Portman ha detto...

grazie jack. vedo che ti sei dato alla lettura di questo piccolo spazio di rete. spero tu possa trovare altro di tuo gradimento.