lunedì 24 settembre 2012

Stella del mattino

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La fantasia è l’arma più potente. Anche più della dinamite.

Questa volta il ragazzo rispose con un accenno di sorriso, abbastanza consapevole da tradire un certo studio di sé di fronte allo specchio. Arma impropria, la bellezza.

Ned percepì odore di panico. Il suo.

“Si è mai chiesto cosa spinge gente come lei e me a volgersi verso il passato?”
“Immagino sia la sua perfezione, – rispose Ronald. – il fatto che non può deluderci.”

Un proverbio arabo dice che chi vive vede molto, ma chi viaggia vede di più.

Vogliono soltanto sentire una storia che possa ispirarli. È a questo che servono le storie, no? A infondere coraggio, a sentirsi meno soli.

Mentre ascoltava la risata di Edith, Ronald pensò che era proprio quella felicità raggiunta con fatica a ingigantire la minaccia. Era la paura che l’equilibrio non potesse durare. Stava concedendo terreno alle ossessioni e proprio per questo poteva compromettere ciò che voleva difendere.

Quel tizio era convinto che la poesia potesse fare a meno della sintassi, che dovesse sbarazzarsene come di una vecchia armatura, per sprigionare nel mondo il vorticoso sentimento interiore. Ma il linguaggio è un codice, serve a comunicare, se lo elimini chi ti capisce?

L’unico atteggiamento serio nei confronti della propria epoca era quello di non prenderla troppo sul serio.

La verità è che la vita è qualcosa di talmente intimo che nessuna circostanza dovrebbe poter giustificare la violenza di un umo su un altro.

“Quell’uomo mi spaventa, – disse. – Taglialo in due e dentro troverai soltanto cicatrici. È ancora in guerra con tutti. Incluso se stesso.”

Una volta qualcuno gli aveva detto che una menzogna ne chiama sempre un’altra, e un’altra ancora, e così via, finché una recita prende il posto della vita vera.

Quando l’alba inizia a spegnere le stelle a una a una.

“Lei che dice? Meglio una pace disonorevole o una guerra suicida?”
“Dal disonore ci si può riscattare, – disse Ned. – Dalla morte no.”

Vedere con chiarezza è un’illusione, un effetto ottico. Perlopiù facciamo quello che facciamo in modo inconscio, alla cieca. Pretendere di decifrare a mente fredda ciò che siamo serve a illuderci di dominare la strada percorsa. È un esercizio di vanità. Le cose accadono. Noi possiamo solo fare del nostro meglio per restare in sella.

Wu Ming 4

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