martedì 4 settembre 2012

Tempo

Ho speso tempo, nel tempo. Con il trascorrere dei minuti, delle ore, per non parlare dei giorni. Giorni interi a spendere il tempo come se fosse denaro, vile e semplice. L'ho passato, il tempo, a scambiarlo con altro di cui, in quel momento (altro tempo), sentivo la forte necessità. L’urgenza di avere qualcosa, di vedere qualcosa (di sbagliato).
Ho trascorso il tempo, il mio e anche un po' di quello degli altri, a vederlo scorrere, come se fosse un fiume. E ogni secondo una diversa goccia d'acqua persa nel corso. Seduto sulla riva a non fare nulla. Neppure pescare, nel tempo. Magari avrei avuto la possibilità di ritrovare un determinato ricordo, di tempo, qualcosa passato (tempo) e che per magia si sarebbe potuto ripresentare nel presente, io, tempo.
Non si può dire che non abbia avuto una mano fortunata. Ne ho avuta più d'una, in successione. Ho sbirciato le carte per un istante (anche questo tempo) e ho fatto la mia scelta. Ho deciso di passare quando avrei dovuto puntare tutto (il mio tempo), e ho deciso di rimanere a giocarmi il tempo quando invece avrei fatto meglio a passare (tempo).
Ho sperperato, in modo vile e al contempo (con-tempo) urgente, tutto quanto avessi per le mani, o allacciato su un polso. Ho barattato orologi per sorrisi e seni e corpi affusolati in perfetta armonia. Ho perso, non solo il tempo, ma anche l'occasione di avere qualcosa da raccontare, in un minuto o anche per ore e ore e ore. Ora (adesso, tempo) mi trovo a contare gli errori e le omissioni, trasformando il tempo trascorso in un mostro che mi perseguita.
Il tempo, normale, è un'affascinate astrazione di cui non si può fare a meno: ci attraversa e ci circonda, senza possibilità di fuga o di diniego. Il tempo, quando non lo si sevizia o lo si violenta, rimane buono e ci guarda, si lascia guardare, si lascia riempire. Invece io l'ho torturato, il tempo, andando a gonfiarlo di niente e nulla e vuoto. Mi ritrovo così ora (tempo) ad accorgermi di averlo accumulato senza senso, in un capannone gigante, nel quale ci sono un sacco di scatole dalle dimensioni esagerate, ma tutte quante con dentro assolutamente niente, ovvero: il mio tempo, buttato.

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