martedì 18 marzo 2008

Zooey

Si presenta allungando la mano verso di me. Si chiama Zooey e la prima cosa a venirmi in mente è un racconto di Salinger letto qualche anno fa.
“Ti ho visto al concerto. – dice senza mai smettere per un secondo di guardarmi. – Tutto solo soletto, in un angolo a bere birra. Non pensavo saresti venuto a questa festa.”
“Non sono solo. – rispondo io. – Sono insieme ad un mio amico e alla sua ragazza; anche se al momento – mi guardo un po’ intorno con aria sperduta. – non so di preciso dove siano.”
Iniziamo a parlare con una naturalezza che mi è del tutto nuova. Le parole mi scivolano dalla bocca e quasi non sembro io a dirle.
Sono ipnotizzato dalla sua voce, da ciò che dice; ma anche dalla sua intonazione, dalla cadenza con cui parla.

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