In un mondo dove l'irreale, almeno per me, è diventato reale; dove tutto quanto sembra essere portato all'estremo, o essere moltiplicato per miliardi e miliardi; dove i culi sono sfondati con facilità impensabile, e tutto quanto con una felicità da sfoggiare con gioia sacrale; lo svegliarsi la mattina mi pare proprio uguale a tutti gli altri giorni, solo che io esco dalla porta sul retro, mentre tutti gli altri escono dalla porta che dà sulla strada. Il risultato è che io mi trovo in un mondo, quello che per me è normale e penso sia normale, mentre gli altri vengono catapultati in un universo parallelo che ha regole simili al mio mondo, ma che al tempo stesso sono del tutto diverse.
Mi sento un po' Alice, quando passa attraverso lo specchio. Ma se devo dirla tutta, e credetemi non mi sento affatto stupido a dirlo, io mi tengo molto stretto il mio mondo, quello che sta al di qua dello specchio e non al di là. Me lo tengo ben stretto e guai a chi volesse trascinarmi dall'altra parte.
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