Mi ricordo questa foto. Era un pomeriggio piovoso durante il quale eravamo costretti a casa nel tentativo di non annoiarci. Avevamo appena finito di guardare un film che davano in tv, quando tutto ad un tratto ti sei voltata verso di me, sedendoti sul divano a gambe incrociate come un capo indiano e mi hai chiesto "Cosa facciamo ora?"
Non ne avevo la più pallida idea, e dopo qualche secondo durante i quali mi hai osservato attentamente, perso nel vuoto infinito della mia fantasia, ti sei alzata e mi hai preso per mano.
"Vieni." Hai detto.
Ci siamo ritrovati nella soffitta dei tuoi nonni, a rovistare tra tutte le cose vecchie ammassate là alla rinfusa. Scatoloni con vecchi libri e giornali ingialliti dal tempo; bauli stracolmi di vestiti passati di moda da almeno quaranta anni. Fino a quando hai attirato la mia attenzione chiamandomi.
Appena sentii la tua voce pronunciare il mio nome ho smesso all'istante di fare quello che stavo facendo e mi sono voltato verso di te. Tu eri dall'altra parte della stanza, con in mano questa vecchia macchina fotografica, ed eri felice come potrebbe essere felice un bambino che si trova ad accarezzare un unicorno o una qualsiasi altra creatura fatata.
Sorridevi e mi hai detto "Facciamoci una foto."
Così ho preso la mia macchina digitale ed ho scattato. Tu non avevi pellicola, ma hai mosso ugualmente la manopola posta a lato della macchina ed hai fatto "Click!".
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