E' da un po' di tempo che entrando nelle librerie vedevo esposto in bella vista l'ultimo libro di Federico Moccia, "La Passeggiata". Fino a ieri mi sono sempre astenuto dal prenderlo in mano, come se il contatto fisico avesse potuto in qualche modo contagiarmi, rendendomi malato di quella strana malattia che porta i quarantacinquenni ad indossare un cappellino da baseball quasi fossero dei quindicenni arrapati. Alla fine però non ho saputo resistere, e come sempre ho ceduto alla curiosità di leggerne le prime righe.
Non ho mai letto un libro di Moccia, Dio me ne guardi e liberi (si, lo ammetto: tutto questo è spinto dal più bieco e ottuso pregiudizio che mi sono fatto su lui), ma leggere le prime righe dei suoi romanzi è un piccolo piacere a cui non si può dire di no. In fondo è un brivido del tutto unico e speciale, quello di scoprire ogni volta come questo straordinario individuo riesca ad attaccare una sua storia: da uno che inizia il suo libro più venduto con (cito testualmente): "Cathia ha il più bel culo d'Europa.", ci si può aspettare di tutto e di più.
Questa voltà però non sono riuscito neppure a leggere la prima parola.
Prendo in mano il volume, un libretto di poco più di sessanta pagine, e ne leggo la quarta di copertina. Scopro con meraviglia che non si tratta della solita storiella d'amore adolescenziale, ma di un dialogo virtuale tra un figlio ed il padre, nel quale il primo si riavvicina alla figura del secondo ormai morto.
"Stai zitto che forse questa volta mi stupisce." Dico tra me e me.
Apro il libro e me ne pento subito: un libro di sessanta pagine, carattere di grandezza almeno sedici, interlinea tre e mezzo. Roba da prendere l'autore e bruciarlo vivo in piazza.
CAZZO! E' CARTA!! Avrai tagliato decine e decine di alberi della foresta amazzonica, abbi almeno la decenza di usare le pagine nel modo migliore possibile, e non solo per fare volume!!!
E poi, minchia di una straminchia, dì qualcosa di sensato, e non, ti prego, che Cathia ha il più bel culo d'Europa. Se davvero avesse il miglior culo del continente stai sicuro che lo saprei di certo.
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